Svezzamento neonato, cos’è?
Lo svezzamento neonato è una fase fondamentale per la vita del bambino. Ma andiamo per gradi!
Stando a ciò che dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’allattamento esclusivo al seno è raccomandato per i primi sei mesi di vita, per poi aggiungere al latte materno altri alimenti complementari almeno fino all’età di due anni. La verità è che l’allattamento dura fino a quando mamma e bambino lo vogliono, perché la decisione di quando smettere di allattare è sempre una scelta personale. Andiamo a noi… che cos’è lo svezzamento? Da dove cominciare? Qualche idea? Continua a leggere… ci abbiamo pensato noi!
La storia…
Ine poche lontane la fase dello indicava il momento in cui il bambino veniva allontanato dal seno; sul vocabolario il verbo svezzare o divezzare troviamo come spiegazione “togliere un vizio” e nel caso specifico togliere il vizio del seno. Per togliere il vizio del seno e completare lo svezzamento, gli adulti ricorrevano a metodi anche crudeli, ad esempio, in passato vi era quello di spalmare sui capezzoli della donna che allattava la crema usata per pulire le scarpe che era maleodorante e di pessimo sapore. Così il piccolo rinunciava, definitivamente, al seno materno. Oggi invece questo termine segna il passaggio da un’alimentazione solo lattea ad un’alimentazione in cui il cibo solido va ad aggiungersi (e non a sostituirsi) al latte!
Quando iniziare? Sei mesi
Tendenzialmente lo svezzamento inizia a sei mesi (previa visita pediatrica ovviamente!!!) e cioè quando il latte da solo è insufficiente per soddisfare le richieste nutrizionali del bebè.
Oltretutto a questa età il piccolo riesce a stare seduto sul seggiolone, afferra bene gli oggetti con le mani, apre la bocca al cucchiaio o gira il volto per rifiutarlo, riesce a inghiottire i cibi. Ha raggiunto cioè un adeguato uno sviluppo cognitivo e psicomotorio per iniziare una nuova fase.
Quando i bambini imparano a mangiare da soli, significa che stanno attraversando una fase fondamentale della loro crescita per diverse ragioni. Tra l’altro questa fase comporta per i bambini molte sensazioni tattili: spremere, toccare, manipolare e far cadere il cibo, sono modalità necessarie a sviluppare importanti capacità motorie, come imparare a tenere un cucchiaio.
Come?
Se in passato i medici seguivano scalette precise sui modi e sui tempi di inserimento di ogni nuovo alimento nella dieta del piccolo, ad oggi ciò è venuto meno nella stra maggioranza dei casi. Non esistono regole ferree e generali o un preciso schema svezzamento.
L’introduzione dei diversi alimenti può essere gestita in modo più libero senza timore che una introduzione precoce di un alimento possa essere causa di allergia. Di sicuro è bene fare le cose gradualmente, iniziando con cibi semifluidi, e via via aumentando la consistenza, anche in base alla capacità di masticazione del bambino. Se non riesce ancora a masticare bene si possono sminuzzare i cibi in pezzi molto piccoli, schiacciandoli o frullandoli.
Un modello perfetto
Un modello a cui ispirarsi è sicuramente la dieta mediterranea, poiché è un regime alimentare che predilige un largo utilizzo di ortaggi di stagione, legumi e cereali, frequente impiego di pesce, latticini e formaggi, consumo razionale di olio d’oliva, frutta, carni bianche, consumo limitato di grassi di origine animale, soprattutto carni rosse.
Zoe Baby
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